Corriere Torino, October 2019
«Sarebbe bellissimo arrivare ad avere il proprio genoma sul telefonino, andare dal dottore e fornirgli immediatamente le informazioni biologiche di cui ha bisogno per sviluppare un trattamento medico personalizzato». Stefano Buono, «mister 4 miliardi», l’uomo che ha venduto il suo unicorno biomedicale a Novartis e ora presiede l’acceleratore Liftt, mantiene ancora una serenità febbricitante quando ne spiega il potenziale. Con Michele De Negri, figlio di Gustavo e vicepresidente della biotech Diasorin — rispettivamente tramite i loro family office Elysia Capital e Pygar — ha raccolto la bellezza di 8,5 milioni di euro sulla startup elvetica GenomSys. «L’operazione però non è nata da me – si schermisce Buono —, ma dal family office ginevrino Preon Capital, guidato dal finlandese Jari Ovaskainen, business angel d’Europa nel 2014, che aveva investito anche nella mia azienda». Al finanziamento si sono accodati i due fondi statunitensi Dolby Family Ventures e Susman Ventures ed il Club degli Investitori di Torino.
Fondata nel 2016, GenomSys è una società di software che ha sviluppato una tecnologia per l’elaborazione e condivisione dei dati del Dna, rendendola facile come registrare e condividere dei video digitali. Il suo portafoglio prodotti comprende soluzioni per comprimere, sfogliare, archiviare e condividere informazioni genomiche basate sul modello della tecnologia di compressione e streaming dei media digitali. I suoi prodotti sono conformi allo standard Mpeg-g, lo standard Iso per la rappresentazione delle informazioni genomiche, che offre funzionalità avanzate di accesso e gestione dei dati sullo stesso principio del più noto Mpeg che è stato inventato guarda caso da un torinese, Leonardo Chiariglione.
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